LA MUSA INVIOLATA |
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Il Programma Il programma presenta un excursus degli albori della viola da gamba, dagli inizi del '500 fino alla metà del secolo, per
il quale viene normalmente utilizzata, accanto alle consuete copie storiche, una viola originale, databile attorno alla metà
del '500: la sua storia si intreccia con quella del pittore bolognese Orazio Samacchini, che ha raffigurato una viola
identica in una sua Madonna con Bambino (vedi accanto). L'avere a disposizione la voce ritrovata di uno strumento originale del cinquecento ha scatenato un misto di fantasie e
responsabilità. Da un lato la bellezza e la peculiarità del suono spingevano per realizzare subito concerti e
registrazioni, dall'altra, se la voce è stata ritrovata attraverso un lungo percorso di studi, analisi e ricostruzioni,
era necessario presentarla in un contesto appropriato: con musiche del suo periodo e con altri strumenti che potessero
fondersi con il suono dolce e penetrante di uno strumento ad arco senz'anima, realizzato prima e recuperato poi secondo
pratiche costruttive del XVI secolo. La viola da gamba, sviluppo italiano di uno strumento, la vihuela, nato nel sud della Spagna nel '400 ed importato in Italia alla fine del secolo - gli Spagnoli erano protagonisti: si pensi agli Aragonesi a Napoli ed al Papa Alessandro VI Borgia -, si adattava perfettamente alle nuove esigenze musicali della prima metà del '500: era in grado di eseguire le linee del tessuto polifonico del nuovo genere nato in quegli anni e destinato a dominare tutto il secolo - il madrigale - in modo così duttile ed espressivo da essere considerata seconda solo alla voce umana. Fa dire appunto il Castiglione al signor Gaspar Pallavicino e a messer Federico in dialogo: Con questa indicazione, fornite da un testimone d'eccellenza dello stato delle arti in Italia nella prima metà del cinquecento, è iniziata la scelta di un repertorio che potesse interpretare nel modo più significativo le nostre intenzioni. Cantare alla lira - Cantare alla viola Dice il Vasari nelle Vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti ( Firenze 1550): La lira all'epoca di Leonardo era uno strumento ad arco suonato da braccio sul quale era possibile eseguire linee
melodiche con un semplice accompagnamento di bordoni, oppure accompagnare la voce con accordi, come viene riferito in
numerose fonti.
Il cantare alla lira è ampiamente citato quale accompagnamento ideale nei prologhi delle commedie: da La favola di Orfeo del Poliziano (1480) alla Comedia di Amicizia di Iacopo Nardi (1512), - la cui didascalia finale recita: Le infrascripte stanze si cantarono sulla lyra davanti alla Signoria quando si recitò la predetta commedia - per arrivare alla Mandragola di Niccolò Machiavelli (1518), sul cui frontespizio è rappresentato "uno che suona la lira", indizio della consuetudine ad accomunare recitazione e canto alla lira. Ma sia sonorità sia possibilità polifoniche sulla lira rinascimentale erano più limitate che sulle viole. Per questo - e per la contemporanea nascita del madrigale - il nuovo strumento cominciò ad affermarsi a scapito del vecchio. Troviamo ben presto infatti le viole protagoniste della nuova stagione degli Intermedi alle commedie, sia in veste di gruppo strumentale autonomomo, sia in sostituzione di qualche voce o per accompagnamento ad un gruppo vocale già completo: numerose ne sono le attestazioni, come pure del cantore che accompagna se stesso con lo strumento. Purtroppo di quest'ultima pratica ci rimangono quasi solamente descrizioni o citazioni: uno dei rarissimi esempi pratici del cantare alla viola, presentato come esempio imitativo del cantare alla lira, è costituito dalla versione di Silvestro Ganassi di Io vorrei Dio d'Amore, rielaborazione per voce di contralto e viola del madrigale di Giacomo Fogliano. Il nostro programma dà spazio a molti di questi aspetti: troviamo soprattutto madrigali, in cui le viole "sostituiscono"
le voci inferiori della composizione, ed alcuni tipi di composizione strumentale: il ricercare polifonico, il ricercare a
voce sola, le variazioni su "bassi ostinati".
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ACCADEMIA DEGLI IMPERFETTI Direttore artistico Maurizio Less Elena Bertuzzi soprano Andrea De Venuto Giorgia Less Maurizio Less viole da gamba Marinella Di Fazio liuto musiche di |
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